VIENE PROGETTATO ED ESEGUITO
ESCLUSIVAMENTE DALL'ARTISTA
"Nel caso che un artista, bene o male, realizzi un ‘cartone’ (si usa qui questo lemma in modo tradizionale) avviene una partecipazione dello stesso che può diventare collaborazione qualora questi intervenga quanto meno con consigli o addirittura con interventi manu propria. In tutti questi casi, se alla fine avviene il riconoscimento dell’artista (l’autenticazione), si tratta di opera originale e autentica sia pure realizzata in collaborazione col maestro artigiano: pertanto quell’opera dovrà essere attribuita all’artista in questione come qualsiasi altra opera realizzata con altra e diversa tecnica. Nel caso invece che il maestro artigiano prenda una fotografia o una litografia o qualsiasi altra immagine non eseguita ad hoc (questo è un punto focale) e riproduca l’opera in mosaico si dovrebbe attribuire l’opera all’artigiano esecutore specificando che si tratta di copia musiva. E, si capisce ancora una volta, che non potrà dirsi opera originale e avrà minor valore mercantile. Ma anche in questo caso occorre che l’artista autorizzi diciamo la traduzione musiva in quanto c’è un diritto di proprietà dell’immagine che non è diverso dal copyright di un testo" (Giulio Guberti, Come il lardo di Colonnata in Graphie, n. 2, maggio 2000, p. 13).
Citando un brano molto significativo di un recente articolo di Giulio Guberti, vogliamo insistere sugli aspetti deontologici - che poi coincidono con quelli di natura artistica - relativi agli artisti impegnati nell’arte musiva. Sulle pagine di questa rivista è stato già affermato e ribadito in modo chiaro ed inequivocabile. Chi desideri essere considerato un vero "artista-mosaicista" deve progettare ed eseguire di persona le sue opere, possibilmente tralasciando di basarsi su di un cartone di base, proprio per non avere o permettere la tentazione di realizzare successivamente una copia. Artisti importanti come Mathieu avevano questa posizione. Noi siamo assolutamente d’accordo. L’artista, degno di tal appellativo, di volta in volta ricrea le condizioni mentali per una nuova progettazione, coerente con il suo percorso, e trova nuove soluzioni tecniche per nuovi problemi. Non ha bisogno dell’artigiano per tradurre in tecnica musiva un suo progetto ed il motivo è semplice: lui stesso è prima di tutto artigiano, è padrone della tecnica, la reinventa, la porta a livelli maggiori di elaborazione. Se dovesse aver bisogno di aiuto (e spesso accade), si serve dei consigli tecnici di chi ne sa di più: non ne fa un complice per produzioni di basso livello creativo. Non bara. I mosaici di un vero artista mosaicista non sono riproduzioni intenzionali di opere progettate con altra tecnica, sono originali, nel senso che è il mercato stesso a definirne il valore, in quanto riconosce che l’artista ha lavorato in modo giusto, senza interventi di contaminazione.
2000 Filippo Maria Patella
(tratto da ART GM, Anno III, numero 3)